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Il segmento testuale Li Causi è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 67Entità Multimediali , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 637

Brano: Comunista italiano, Partito

90 per cento dei carcerati politici e dei confinati, furono rilasciati soltanto dopo la minaccia di G. Roveda di dimettersi da Commissario (v.) alle organizzazioni sindacali: Longo, Scoccimarro, Secchia, Li Causi, Di Vittorio e Terracini poterono giungere a Roma solo la notte del 20 agosto.

Contro il governo Badoglio

Longo, Secchia e Scoccimarro, che costituivano il direttivo comunista del confino, in parte assolvente anche alla funzione di. centro interno essendo collegato con numerose organizzazioni comuniste, specie dell'Italia centromeridionale e delle Isole, prima di lasciare Ventotene avevano provveduto a predisporre collegamenti sicuri con tutti i comunisti che, da quell’isola, stavano per raggiungere le rispettive località di origine.

Il 29 e il 30 agosto ebbe luogo a Roma una riunion[...]

[...]on tutti i comunisti che, da quell’isola, stavano per raggiungere le rispettive località di origine.

Il 29 e il 30 agosto ebbe luogo a Roma una riunione alla quale parteciparono Longo, Scoccimarro, Secchia e i componenti della direzione operante sino a quel momento nel paese (Amendola, Massola, Negarville, Novella, Roveda, Roasio).

I convenuti decisero di formare una direzione provvisoria del partito, chiamando a farne parte anche Girolamo Li Causi. In quel periodo i collegamenti con Togliatti, che risiedeva nell’Unione Sovietica, erano incerti, casuali e infrequenti, ma per tutti egli rimaneva il capo indiscusso del partito. La nuova direzione decise di intensificare la mobilitazione popolare contro il governo Badoglio, per una pace immediata e una totale libertà nel paese, promuovendo in tutti i luoghi di lavoro Comitati di fronte nazionale.

Visto l’aggravarsi delle cose, il 30 agosto la direzione del partito preparò (tracciato da Longo) un « Promemoria sulla necessità urgente di organizzare la difesa nazionale contro l’occupazione[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 610

Brano: [...]e, come l’unanimità che aveva regnato per buona parte della resistenza fosse stata il frutto di una grande coscienza democratica e civile che aveva fatto passare in seconda linea i dissensi di fronte al compito più immediato e più importante della guerra contro il nemico.

F.Ca.

Il C.L.N. di Milano, dal quale sorse poi il C.L.N.A.I., fu inizialmente composto da: Vittorio Albasini Scrosati e Ferruccio Parri, per il Partito d’Azione; Gerolamo Li Causi

e Giuseppe Dozza, per il Partito comunista; A. Caso e G. Falk per la Democrazia cristiana; Giustino Arpesani, R. Col li no Pasa e L. Casagrande per il Partito liberale; R. Veratti e D. Viotto per il Partito socialista.

Successivamente, trasformatosi in C.L.N.A.I., il Comitato subì una serie di modifiche dovute agli spostamenti di molti suoi membri ad altri incarichi: Parri, passato al C.V.L., fu sostituito da Riccardo Lombardi e da Leo Valiani; Li Causi da Emilio Sereni. A rappresentare il Partito liberale si aggiunsero A. Dante Coda e Filippo Jacini. Caso fu sostituito da Achille Maraz[...]

[...]Giuseppe Dozza, per il Partito comunista; A. Caso e G. Falk per la Democrazia cristiana; Giustino Arpesani, R. Col li no Pasa e L. Casagrande per il Partito liberale; R. Veratti e D. Viotto per il Partito socialista.

Successivamente, trasformatosi in C.L.N.A.I., il Comitato subì una serie di modifiche dovute agli spostamenti di molti suoi membri ad altri incarichi: Parri, passato al C.V.L., fu sostituito da Riccardo Lombardi e da Leo Valiani; Li Causi da Emilio Sereni. A rappresentare il Partito liberale si aggiunsero A. Dante Coda e Filippo Jacini. Caso fu sostituito da Achille Marazza e da Augusto De Gasperi. Per il Partito socialista si aggiunsero Giorgio Marzola, Rodolfo Morandi e Sandro Pertini. La presidenza fu tenuta, quasi sino alla fine, dalj’indipendente Alfredo Pizzonì,

Al momento dell’insurrezione nazionale (25.4.1945) il C.L.N.A.I. era costituito da: Luigi Longo ed Emilio Sereni per il P.C.I.; Ferruccio Parri e Leo Valiani per il Partito d’Azione; Achille Marazza e Augusto De Gasperi per la Democrazia cristiana; Giustino Ar[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 467

Brano: [...]che al fascismo.

Costante timore per gli agrari erano i contadini che, riorganizzati nelle leghe e nelle Camere del lavoro, rivendicavano l’applicazione delle prime leggi Gullo (v.) per l’assegnazione delle terre incolte o mal coltivate e una diversa ripartizione dei prodotti tra padrone e colono. Agrari e mafia operarono quindi uniti per scoraggiare e disperdere subito le prime organizzazioni contadine: allorché, nel settembre 1944, Girolamo Li Causi (v.) si portò a Villalba per spiegare ai contadini di quel centro il meccanismo di sfruttamento messo in atto dai gabellotti mafiosi, il capomafia Calogero Vizzini non esitò a sparare e a far sparare contro l’oratore comunista per cercare di stroncare sul nascere la riorganizzazione del movimento contadino. Data la personalità di Li Causi, la reazione dell’opinione pubblica nazionale fu in quell’occasione ampia e vivace, ma la mafia sostenuta dagli agrari, dalle autorità americane e da gran parte dell’apparato dello Stato non demorse.

Uno dopo l’altro furono così uccisi neH'immediato dopoguerra decine di capilega e di segretari di Camere del lavoro, fino a giungere alla strage di Portella della Ginestra. Tuttavia la situazione non era più quella del periodo prefascista: il movimento contadino siciliano si era ormai collegato con il movimento operaio nazionale e la Guerra di liberazione aveva creato condizioni politiche nuov[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 333

Brano: [...]cezione settaria la netta' opposizione ch’egli fece alla partecipazione dei comunisti al movimento degli Arditi del popolo (v.). Inoltre Bordiga si dichiarò contro qualsiasi proposta di avvicinamento e di fusione con i socialisti massimalisti (anche quando questi si furono separati dai riformisti); e più tardi sarà contrario alle modalità concordate per l’adesione al P.C. d’I. da parte dei terzinternazionalisti (v.) capeggiati da Serrati, Maffi, Li Causi, ecc..

Bordiga concepiva la tattica come linea d’azione da elaborarsi soltanto tenendo conto dei principi ideologici e quindi valida per tutti i periodi, in ogni situazione; e vedeva lo stesso partito come un organismo « puro », da difendere da qualsiasi contaminazione, un partito di propagandisti

al quale — presto o tardi — i lavoratori avrebbero dato ragione. Un giudizio pertinente della concezione di Bordiga è stato dato dallo storico Raffaele Colapietra: « Per Bordiga si potrebbe ripetere la critica che Clausewitz rivolgeva ai circoli militari austriaci: tutti i loro piani riferirsi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 571

Brano: [...]el necessario sopravvitto. Gli intellettuali, quasi tutti appartenenti a famiglie della media borghesia, oltre a disporre del maggior numero di libri e riviste, erano infatti quelli che ricevevano più denaro dall’esterno e lo mettevano a disposizione del « collettivo ».

I dirigenti vennero isolati in una sezione speciale del carcere, soprannominata « le separate ». Qui si trovarono riuniti Terracini, Scoccimarro, Secchia, Sereni, Rossi Doria, Li Causi, Negarvi II e, D'Onofrio, Valiani, Menconi, Bibolotti, Fedeli, Parodi, Amoretti, Spinelli, Reale, Santhià, Sanna, Tulli, Riga monti, Moscatelli e tanti altri. I collegamenti tra le diverse sezioni del carcere tuttavia continuarono, seppure con maggiori difficoltà.

I detenuti politici

È praticamente impossibile redigere un elenco completo delle centinaia di detenuti politici che soggiornarono a Civitavecchia, In grande maggioranza si trattò di semplici lavoratori, per lo più comunisti, ma non mancarono i professionisti, gli intellettuali e gli uomini di ogni partito antifascista: dagli [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Li Causi, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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